martedì 17 aprile 2012

Associazione Fabbricerie Italiane


Volume edito nel marzo 2012 dall'Associazione Fabbricerie d'Italia.

NUOVA LUCE
SUI MOSAICI DI MONREALE
È la prima pubblicazione che, nello scorso marzo 2012,  ha curato l’Associazione Fabbricerie Italiane costituita nel giugno del 2005 per dare a tutte le fabbricerie d’Italia (dal Duomo di Milano alla Procuratoria di San Marco a Venezia, dal Duomo di Siena a quello di Monreale, dall’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze alla Cattedrale di Parma ed a tutte le altre) un unico punto di riferimento in campo gestionale (schemi di contratti per i dipendenti, restauri, ecc.).
Su invito dell’Associazione, l’arcivescovo di Monreale Mons. Salvatore Di Cristina è stato invitato a scrivere la prefazione alla pubblicazione che qui di seguito viene trascritta.
PREFAZIONE
È stato più volte osservato, anche da voci autorevoli, che i mosaici del Duomo di Monreale, considerato proprio grazie ad essi monumento unico al mondo, furono pensati e di fatto sono stati vissuti lungo gli otto secoli della loro esistenza, nella diffusa consapevolezza che essi dovessero brillare, per così dire, di luce propria. Più esattamente, consentendo che a renderli visibili agli occhi dei fedeli fosse soltanto la luce naturale proveniente dalle finestre del sacro edificio e quella artificiale dei suoi lampadari pensili.
Solo dopo decenni dall’avvento dell’illuminazione elettrica, con il mutare sia del numero che della qualità dei loro fruitori – non più i soli fedeli monrealesi e pochi eccezionali visitatori ben selezionati e spesso illustri, ma bensì un pubblico sempre più largamente in crescita numerica e sempre meno selezionato, fino a quello attuale prodotto dal così detto turismo di massa, questa particolarissima modalità di fruizione dei mosaici del Duomo di Monreale è andata affievolendosi fino alla dimenticanza.
Al suo posto si è fatta sempre più strada, di anno in anno più insistente, la richiesta (perfino la pretesa) che fosse indispensabile metterli meglio in evidenza, i mosaici, anche indirizzando su di essi direttamente fasci più o meno consistenti della nuova luce artificiale. Ed è così che, a partire da un certo anno ormai remoto e fino all’inizio della messa in opera del nuovo impianto, la visita dei visitatori – in gruppi sempre più folti e sempre più frettolosi – ha potuto essere gratificata dalla felice opportunità di catturare i mosaici e di ammirarne quanto più possibile, tra un’accensione e l’altra di potenti proiettori elettrici, almeno la visione d’insieme.
Il nuovo impianto d’illuminazione, inaugurato la sera del 23 giugno 2011, ha messo fine a questa modalità per troppi versi impropria (e tecnicamente improvvida) di fruizione. Preceduto da un attento studio, condotto sulle caratteristiche di luminosità naturale del luogo e sulle possibilità offerte dalle più aggiornate tecniche di illuminazione – uno studio effettuato in due anni dagli ingegneri Stefano Diprima, Elia Musca e Luigi Pirino, con la consulenza tecnica del prof. Vincenzo Cataliotti dell’Università di Palermo -, si è potuto pervenire alla messa in opera di un impianto di illuminazione dei mosaici del Duomo di Monreale che ha quasi del miracoloso. Le caratteristiche dei corpi luminosi impiegati, tutte assolutamente rispettose delle norme a salvaguardia sia dell’incolumità delle persone che dei manufatti artistici, e la loro sapiente distribuzione e collocazione, hanno fatto sì che la luce diffusa sull’intero estesissimo parato musivo, oltre a non offendere più la delicatezza cromatica dei mosaici e la vista dei visitatori più esigenti, restituisse ai mosaici la loro antica suggestione creativa, tornando cioè a trasmettere l’impressione estatica che siano essi stessi ad emanare luce.
Questo miracolo di ingegno e tecnica ha avuto bisogno di tempi e costi tutto sommato contenuti. La relativa brevità dei tempi necessari per la messa in opera dell’impianto da parte della locale Ditta Armetta, avviata subito dopo il nullaosta della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali, si evince dai poco meno dei cinque mesi di fatto occorsi. La contenutezza, ancora più notevole, del costo dell’operazione rimasto a carico della Fabbriceria del Duomo e della Conferenza Episcopale Italiana, è detta dal suo ammontare a soli centoventimila euro.
Quest’ultimo dato in particolare si spiega con la sorta di gara della generosità che il Duomo stesso, da autentico patrimonio dell’umanità, ha saputo suscitare tra persone ed enti che qui è nuovamente doveroso ricordare.
Si ringraziano in questo senso i Tecnici sopra nominati, che hanno offerto gratuitamente la loro prestazione professionale; la Royal Philips Electronics, che ha fornito, anch’essa gratuitamente, i corpi illuminanti (oltre 200 unità) destinati all’illuminazione dei mosaici, dei soffitti e dell’aula liturgica; la Sonepar Italia, che ha contribuito con ventimila euro per l’acquisto di altro materiale elettrico.
Ma naturalmente, al di sopra di ogni benemerenza umana, da riconoscere giustamente e degnamente; al di sopra dell’effetto stesso, per quanto altamente lodevole, della gara prima segnalata tra persone ricche di ingegno e di generosità, ossia al di sopra ma anche nell’occasione felice del dono di questo nuovo impianto di illuminazione, la nostra gratitudine e lode di credenti va a Colui che alla luce stessa ha dato esistenza all’origine del cosmo. A Colui, anzi, che, proprio dalla maestosa icona del Pantocratore della monrealese basilica d’oro, continua ad annunziare al mondo e ai secoli:
«Io sono la luce del mondo: chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Vangelo di Giovanni 8,12).
                                                                                 
                                                                            _  Mons. Salvatore Di Cristina
                                                                                 Arcivescovo di Monreale

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